Cos’è?
È un test che serve per misurare lo spessore della cornea. La sua misura si indica in millesimi di millimetro (micron, abbreviato con la lettera greca μ). Per avere un’idea lo spessore normale al centro della cornea è di circa 520-540 μ.
Come si esegue?
L’esame si esegue in modo rapido e con minimo disagio da parte del paziente. Per l’esecuzione è necessario instillare una goccia di anestetico nell’occhio da esaminare. In seguito viene applicata una piccola sonda ad alta frequenza (simile ad una penna) che sfrutta gli ultrasuoni per eseguire la misurazione.
Quali sono le metodiche?
Quella più diffusa sfrutta le tecniche di ecografia monodimensionale (A-scan), con sonde ad alta frequenza. La seconda tecnica utilizza, invece, delle formule matematiche applicate alla misurazione dei riflessi di proiezioni luminose sulla superficie anteriore e posteriore della cornea.
A cosa serve?
L’esame viene eseguito nei pazienti affetti da glaucoma. Infatti le relazioni tra pachimetria corneale e questa patologia oculare associata generalmente a una pressione dell’occhio elevata sono state scoperte dopo che si è diffusa la chirurgia refrattiva. Prima di eseguire questi interventi è, infatti, necessario eseguire la pachimetria. Tali interventi spesso provocano un assottigliamento della cornea, con una conseguente riduzione della pressione intraoculare. Eseguendo la pachimetria anche su persone non operate colpite da glaucoma si sono dimostrate in modo inequivocabile due importanti relazioni:
- I pazienti con cornea sottile hanno un maggior rischio di sviluppo e progressione di danni glaucomatosi, mentre quelli con una cornea spessa sarebbero più protetti da questo rischio;
- Nei pazienti con cornea sottile la misura della pressione oculare risulta minore di quella reale e, viceversa, la pressione appare superiore al vero nei pazienti con cornea spessa.
Pertanto, in presenza di una cornea sottile si rischia ignorare (se le misure della pressione oculare sono normali) o sottostimare (se le misure della pressione risultano poco alterate) il principale fattore di rischio per il glaucoma. Viceversa, in caso di cornea molto spessa ci si può preoccupare meno anche in presenza di valori pressori lievemente superiori alla norma (generalmente 20 milligrammi di mercurio).
Quando si esegue?
L’esecuzione della pachimetria fornisce una misurazione dello spessore corneale che, diversamente dall’esame del campo visivo e di altre misurazioni eseguite per la valutazione del danno glaucomatoso (che può progredire nel tempo), non subisce significative variazioni negli anni. Quindi, nella maggior parte dei casi è sufficiente eseguire la pachimetria corneale una sola volta. Inoltre, questo esame è utile per valutare la superficie e lo spessore della cornea e per studiarla sia prima che dopo gli interventi e durante l’evoluzione di una patologia (tipo il cheratocono). Se vi sono alterazioni dell’endotelio corneale (ad esempio, la cheratopatia bollosa) lo spessore della cornea aumenta notevolmente.