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Miopia

By 24 Luglio 2014Gennaio 28th, 2019No Comments

La miopia è un difetto visivo a causa del quale si vede sfocato da lontano anche se la visione da vicino può essere buona. Nel linguaggio medico è considerata un “vizio di refrazione” (o di rifrazione). Il termine “miopia” deriva dal termine greco “myo”, che significa “chiudere”, per indicare l’abitudine tipica dei miopi di strizzare gli occhi per vedere meglio da lontano.

Nell’occhio normale (emmetrope) i raggi luminosi che provengono dagli oggetti distanti vengono messi a fuoco esattamente sulla retina. Nell’occhio miope, invece, questi stessi raggi cadono davanti alla retina e poi divergono: si forma un’immagine sfocata.

Generalmente i pazienti miopi strizzano gli occhi  socchiudendo le palpebre per cercare di mettere a fuoco gli oggetti lontani. Quanto maggiore è il difetto visivo, tanto minore è la distanza alla quale si vede bene. Il difetto si misura in diottrie; ad esempio, se a una persona mancano 3 diottrie all’occhio destro, significa che con quell’occhio riesce a vedere da 7 metri una lettera che una persona non miope distingue da 10 metri di distanza.

1Quanti tipi di miopia esistono?

La miopia si può distinguere, sulla base dell’entità del difetto, in lieve (fino a 3 diottrie), media (da 3 a 6 diottrie), elevata (oltre le 6 diottrie).

La miopia è il difetto della vista più frequente al mondo e in Italia ne è affetto circa il 25% della popolazione. In Asia, invece, si sono riscontrate percentuali fino all’80%. In occidente si ritiene che abbia una prevalenza indicativa del 30%. In genere insorge in età scolare, aumenta nel periodo dello sviluppo corporeo e tende a stabilizzarsi intorno ai 20-25 anni, aumentando lievemente dopo quell’età (se non sono presenti particolari patologie che fanno peggiorare.

In una piccola percentuale di soggetti il difetto visivo si presenta nella forma degenerativa della retina, che provoca scarsa visione: insorge nei bambini piccoli, a 2-3 anni di età, progredisce col passare degli anni, arrivando anche a valori elevati (30 diottrie).
Quali sono le cause?

Le cause principali della miopia sono tre:

1. bulbo oculare più lungo del normale: è la causa più comune;
2. curvatura della cornea o del cristallino è maggiore della norma;
3. eccessivo potere refrattivo del cristallino, che può aumentare (la lente all’interno dell’occhio è più potente della norma).

Come si corregge?

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Tradizionalmente la miopia richiede lenti correttive (occhiali o lenti a contatto).

Gli occhiali sono il mezzo più diffuso e di facile uso, ma comportano inevitabili problemi visivi, che aumentano quanto più è forte la miopia che correggono. L’immagine risultante percepita dal soggetto miope è, infatti, rimpicciolita tanto più la lente è forte ed è nitida solo nella porzione centrale a causa delle distorsioni (causate dalla periferia della lente stessa). Tuttavia l’opportunità di un uso delle lenti a contatto andrebbe valutato attentamente da un oculista.

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La miopia si può prevenire?
Si può prevenire solamente in una certa misura, almeno stando agli studi più recenti (mentre secondo l’oculistica tradizionale non è prevenibile). Bisogna, in ogni caso, sempre fare ricorso alla giusta correzione sin da quando si presenta il vizio: usare le lenti giuste è fondamentale per rallentarne l’evoluzione. Inoltre, per quanto riguarda l’importanza di uno stile di vita sano secondo ricerche condotte in Australia i bambini che vivono molto all’aria aperta e al sole tendono a sviluppare più difficilmente la miopia. Secondo uno studio pubblicato nel 2011 dall’Università di Cambridge (UK) il rischio di contrarre la miopia da bambini si riduce del 2% per ogni ora in più trascorsa ogni settimana all’aperto. Che la vita ‘artificiale’  sia associata a una maggiore probabilità di essere miopi è stato anche confermato da una ricerca pubblicata a maggio 2012 in cui è scritto che nelle grandi città del Sud-Est asiatico i bambini sono affetti dal vizio refrattivo in misura compresa tra l’80 e il 90%.

Inoltre, va sottolineato che una prolungata deprivazione visiva (privazione della luce) provoca miopia in seguito ad allungamento del bulbo oculare, legato all’aumento del cortisolo nel plasma sanguigno. Secondo una recente ricerca negli Usa si è riscontrato un aumento consistente del numero di miopi tra il periodo che va da 1999 al 2004 e i primi anni ’70 (+66,4%); dunque, uno stile di vita ‘artificiale’ sembra avere un ruolo nello sviluppo del vizio refrattivo****.

4Va detto, comunque, che esiste anche una componente non legata allo stile di vita, ma ereditaria: se uno o entrambi i genitori sono miopi è più probabile che lo siano anche i figli.

La qualità visiva migliora con l’applicazione delle lenti a contatto: non provocano rimpicciolimento o distorsione periferica dell’immagine; inoltre, permettono una visione nitida in tutte quelle situazioni in cui gli occhiali non sono adeguati (ad esempio durante l’attività sportiva).

È importante, però, ricordare che le lenti a contatto rappresentano un “corpo estraneo” all’interno dell’occhio e, quindi, necessitano di una serie di accorgimenti di pulizia e manutenzione (vedi decalogo per il corretto uso delle lenti a contatto). Se questi non vengono osservati possono comparire problemi oculari acuti, quali infezioni (potenzialmente anche dannose: vedi cheratiti) o cronici, determinati dalla minore ossigenazione della cornea – la superficie esterna e trasparente dell’occhio – e dal maggiore stress a carico dell’apparato lacrimale.

Per tutti questi motivi (o semplicemente perché si indende fare a meno di occhiali e lenti a contatto), si può ricorrere alla correzione laser (per i difetti lievi e medi) o alla chirurgia della miopia (per i difetti elevati). Questi interventi, tuttavia, non garantiscono in modo certo l’eliminazione completa del vizio refrattivo, soprattutto nel medio e nel lungo periodo.
Come funziona la correzione col laser?

Innanzitutto le tecniche laser forniscono risultati molto buoni nei difetti lievi e medi, ma meno in quelli forti. Il laser agisce modificando la curvatura della cornea e, di conseguenza, il suo potere refrattivo (capacità d’ingrandimento), permettendo la focalizzazione dell’immagine sul piano retinico (immagine a fuoco).

Il laser ad eccimeri può essere utilizzato in due modi: sulla superficie anteriore della cornea e, in tal caso la procedura, si chiama PRK (“fotoablazione corneale di superficie”); oppure su uno strato più profondo della cornea (dopo aver eseguito una microscopica incisione semicircolare che consente di sollevare un sottile strato di tessuto chiamato lembo); in tal caso la procedura si chiama LASIK o cheratomileusi con laser ad eccimeri.

L’indicazione e la scelta del tipo di intervento viene presa dal chirurgo sulla base di variabili quali il tipo e grado di miopia, lo spessore corneale e le esigenze della persona miope.

Si può impiantare una lente correttiva dentro l’occhio?

Sì, la correzione della miopia mediante chirurgia è possibile: in alcuni casi si decide di impiantare all’interno dell’occhio una lente artificiale. La lente può essere aggiunta al cristallino naturale (IOL fachica) nella camera anteriore (davanti all’iride) o nella camera posteriore (davanti al cristallino), oppure può essere impiantata direttamente al posto del cristallino.

Le tecniche con cristallino artificiale sono, quindi, più invasive ed espongono l’occhio a qualche rischio supplementare (gli stessi degli altri interventi intraoculari come, ad esempio, quello di cataratta); consentono però di correggere le miopie più elevate (nelle quali le procedure laser non sono attuabili) e forniscono, a parità di miopia trattata, una qualità di vista migliore.

5Com’è preferibile correggere la miopia?

Nei bambini è preferibile la correzione con occhiali; inoltre, sono fondamentali alcuni accorgimenti per la scelta: il margine superiore della montatura deve arrivare al sopracciglio per evitare che il bambino, quando rivolge lo sguardo verso l’alto, veda al di fuori della lente; le lenti devono essere infrangibili e la correzione del difetto deve essere totale. Inoltre, l’occhiale va portato praticamente sempre (è importante che al cervello arrivino immagini nitide, per evitare uno stimolo al peggioramento del difetto).

Nel bambino e nell’adolescente fino a 14-16 anni non sono indicate le lenti a contatto sia per problemi di gestione, manutenzione e pulizia, sia perché nell’età infantile si ha un aumentato rischio di sensibilizzazione al materiale delle lenti a contatto (a causa della minor tollerabilità da parte del sistema immunitario). Gli adulti devono, comunque, sempre rispettare le buone norme nell’utilizzo delle lenti a contatto qualora ne facciano uso.