L’artrosi è un’alterazione degenerativa di un’articolazione nel suo complesso, caratterizzata da lesioni progressive della cartilagine articolare e dell’osso sottostante, che provoca un grado variabile di limitazione funzionale e ha un impatto negativo sulla qualità di vita.
La cartilagine è un tessuto lucido e levigato che permettere lo scorrimento tra i due capi articolari.
Quando la cartilagine viene usurata, fino a scomparire, le ossa nel movimento articolare fanno frizione una sull’altra e vengono danneggiate. Questo provoca dolore, tumefazioni e rimodellamento delle ossa stesse e dei legamenti articolari.
L’artrosi può essere classificata come idiopatica, cioè senza causa nota, o secondaria ad eventi traumatici, a malattie endocrino-metaboliche o a patologie reumatiche.
È una delle principali cause di dolore cronico e di disabilità (definita come bisogno di aiuto per camminare o salire le scale). A essere colpite sono soprattutto le ginocchia, le anche, le piccole articolazioni delle mani, la colonna cervicale e lombare. Questa condizione, che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, tende a peggiorare nel corso degli anni.
Si prevede un marcato aumento della prevalenza nei prossimi anni a causa dell’invecchiamento della popolazione e dell’incremento dell’obesità. Non esiste una cura, ma una serie di trattamenti farmacologici e chirurgici possono alleviare il dolore e migliorare la funzionalità articolare.
CAUSE E FATTORI DI RISCHIO
I fattori di rischio per lo sviluppo di artrosi vengono distinti in
non modificabili:
- appartenenza al genere femminile (dopo i 55 anni è più comune tra le donne)
- età avanzata
- razza (le popolazioni asiatiche più protette)
- predisposizione genetica: il 20-35% dei casi di artrosi del ginocchio (gonartrosi) e il 50% circa di quelli dell’anca (coxartrosi) possono essere sostenuti da fattori genetici che interessano la cartilagine
modificabili:
- obesità/sovrappeso: in particolare per l’artrosi del ginocchio
- traumi articolari (da sport, incidenti)
- attività lavorative (es. impiego di martelli pneumatici, lavori pesanti o ripetitivi, ecc.)
SINTOMI E SEGNI
I sintomi caratteristici sono il dolore articolare, la rigidità (soprattutto al mattino o dopo un periodo di inattività), la limitazione funzionale, gli scrosci articolari, la tumefazione delle articolazioni, in assenza di sintomi sistemici come la febbre.
Il dolore, nelle fasi iniziali, è tipicamente esacerbato dal movimento e alleviato dal riposo, mentre nelle fasi più avanzate può essere presente anche a riposo e ostacolare il riposo notturno.
DIAGNOSI
La diagnosi di artrosi è clinica (cioè viene posta attraverso una visita medica) e viene confermata dalle radiografie.
Nella visita il medico valuta l’età del paziente, il peso corporeo, eventuali patologie associate ed eventuali traumi pregressi. Valuta quindi la sede e il tipo di dolore, l’eventuale limitazione al movimento di una determinata articolazione, la stabilità dei legamenti e la forza muscolare.
In alcuni casi può comparire un versamento articolare, che può essere rimosso mediante artrocentesi (aspirazione del liquido mediante puntura intra-articolare). Le sue caratteristiche, nel caso dell’artrosi, saranno quelle di un versamento non infiammatorio (liquido giallo, limpido, viscoso, con bassa concentrazione di globuli bianchi).
Le radiografie delle articolazioni colpite, eseguite con il paziente in piedi, mostreranno nelle fasi iniziali restringimento dello spazio articolare per la scomparsa del tessuto cartilagineo e inspessimento dell’osso al di sotto della cartilagine articolare (osteosclerosi), mentre nelle fasi tardive si evidenzieranno escrescenze ossee lungo i margini dell’articolazione (osteofiti), piccole cavità ossee (geodi) fino alla deformazione dei capi articolari.
La risonanza magnetica nucleare (RMN) viene effettuata solo nei casi in cui sia necessario fare una diagnosi differenziale con altre condizioni.
Gli esami del sangue non sono di alcun aiuto nella diagnosi di artrosi, che non è una condizione infiammatoria. Può essere necessario tuttavia sottoporre il paziente a esami del sangue per valutare la funzionalità renale, epatica e l’emocromo, prima di instaurare una terapia a base di farmaci anti-infiammatori.
TERAPIA
L’artrosi è una malattia degenerativa cronica caratterizzata da esacerbazioni dolorose acute.
La terapia dovrà pertanto orientarsi da un lato verso il trattamento degli episodi acuti e dall’altro alla loro prevenzione e al rallentamento del processo degenerativo articolare.
La terapia degli attacchi acuti si avvale di riposo, ghiaccio, dell’utilizzo di farmaci antidolorifici e anti-infiammatori ed eventualmente dell’iniezione intra-articolare di corticosteroidi.
In fase cronica invece il primo passo del trattamento consiste nella riduzione di peso, laddove in eccesso. Sarà inoltre importante l’esercizio fisico, che dovrà essere di tipico aerobico a intensità lieve-moderata (come nuotare, acquagym, andare in bicicletta).
Qualora ciò non fosse sufficiente a migliorare la sintomatologia, in particolare il dolore, il medico consiglierà di eseguire una fisioterapia specifica (terapia fisica a base di calore asciutto, massaggi muscolari), di assumere farmaci antidolorifici e anti-infiammatori e di eseguire cicli di iniezioni intra-articolari di acido ialuronico (il beneficio dura da 3 a 6 mesi).
Nei casi in cui i sintomi non possano essere controllati con questi trattamenti o laddove la limitazione articolare diventi invalidante, si può ricorrere al trattamento chirurgico. L’artroplastica, o protesizzazione dell’articolazione colpita (nel caso dell’anca e del ginocchio), dà buoni risultati nella quasi totalità dei pazienti, in casi ben selezionati.
PREVENZIONE
Per prevenire l’artrosi è utile: