Campo visivo e perimetria
Cos’è?
È l’area visiva percepita dall’occhio quando viene fissato un punto (occhio in posizione primaria). È più estesa verso il basso e verso le tempie.
Qual è lo strumento impiegato per misurarlo?
Lo studio del campo visivo può essere effettuato mediante perimetria manuale o automatica. La perimetria automatica consente di testare un numero maggiore di punti rispetto a quella manuale. Inoltre, grazie a degli algoritmi numerici permette di determinare la distribuzione del difetto e la sensibilità della retina, che vengono poi comparati con i risultati della popolazione “normale” (cioè senza deficit del campo visivo). Tra l’altro questo tipo di approccio è considerato più obiettivo e affidabile.
Come funziona?
Per il funzionamento del campo visivo esistono due metodi: il “cinetico” e lo “statico”. Tali metodi si differenziano a seconda di come vengono proiettate le luci su di uno schermo. Il metodo cinetico utilizza luci che si muovono (stimoli luminosi) dall’esterno all’interno variando al contempo la loro intensità luminosa. Col metodo statico si utilizzano, invece, luci fisse; ma anche in questo caso varia la loro luminosità.
Quali sono i sistemi usati?
Il metodo di Zingirian-Gandolfo permette una analisi del campo visivo binoculare, rapida e completa, con calcolo della minorazione della visione periferica. Infatti, consente una valutazione ottimale a livello funzionale, poiché è importante la quantificazione del danno visivo periferico nelle condizioni normali delle attività quotidiane. Con tale metodo vengono esplorati 100 punti, dei quali 60 si trovano nella zona ‘bassa’ del campo visivo (emicampo inferiore) e i rimanenti 40 in quello superiore. Inoltre, 64 punti sono collocati nel campo visivo paracentrale (5¢ª-30¢ª) e solo 36 in quello periferico (30¢ª-60¢ª).
A cosa serve e cosa valuta?
Il campo visivo permette di quantificare e rilevare le perdite assolute e relative di sensibilità retinica, evidenziando gli eventuali difetti periferici o centrali. Quindi, è estremamente utile per valutare non solo l’esordio, ma anche la progressione di una malattia così invalidante qual è il glaucoma.
Viene, inoltre, utilizzato per studiare le alterazioni campimetriche che si riscontrano nelle patologie neurologiche (neuriti ottiche, edema della papilla) e nelle affezioni cerebro-vascolari (ischemia del nervo ottico). Infatti, l’architettura delle zone cieche del campo visivo (scotoma) segue la disposizione delle fibre nervose. Quindi la valutazione di queste zone ci consente di risalire alla patologia in atto.