A cura della Dott.ssa Valentina Giagulli, Psicologa Clinica e Psicoterapeuta specializzata in Terapia Breve Strategica, esperta in Psicologia Giuridica e Psicologia del Comportamento alimentare e Tecniche di gestione del peso corporeo.
Gli innumerevoli cambiamenti corporei che la gravidanza comporta celano spesso il timore da parte delle donne di non essere più attraenti e, creano nell’uomo la difficoltà a rapportarsi non più ad un’amante bensì alla madre del proprio figlio. Ma quali sono davvero i desideri della coppia?
Numerose sono le coppie che arrivano in terapia lamentando un improvviso calo dei rapporti sessuali concomitante all’inizio della gravidanza. L’attesa di un figlio implica una ristrutturazione dei ruoli all’interno della coppia, determinando una modificazione sostanziale degli equilibri relazionali. La donna si sintonizza con il feto che si sviluppa dentro di lei, diventandone sempre più consapevole e preoccupata, e l’uomo, tende a vivere l’esistenza del feto come una realtà minacciosa.
Sebbene in questo periodo la relazione affettiva è conservata, tendendo in alcuni casi anche ad intensificarsi, la sessualità diventa sovente una difficoltà insormontabile. È quindi importante definire quali vissuti favoriscono la coppia, nel mantenere uno scambio sessuale anche durante il periodo gestazionale. Durante il periodo gestazionale l’identità femminile viene ad essere divisa tra materno e sessuale, pertanto, risulta difficile trovare un giusto equilibrio tra intimità e genitorialità.
Se consideriamo la gravidanza un momento fisiologico della vita della donna e della coppia, qualsiasi attività precedentemente vissuta dai partner dovrebbe continuare, con le opportune e comprensibili limitazioni, anche durante il periodo della gestazione. Se le donne durante la gravidanza sottolineano difficoltà a vivere il cambiamento e la trasformazione corporea pur essendo le dirette interessate a tale evoluzione, gli uomini, dall’altra parte, possono risentire maggiormente ed accusare disfunzionalità di natura comportamentale.
L’uomo, infatti, continua ad avvertire stimoli sessuali, che lo spingono, talvolta, verso un’avventura extraconiugale. É per queste ragioni che l’attività erotica in gravidanza viene quasi sempre attuata, anche se per la donna essa esprime, generalmente, soltanto un inconscio tentativo di mantenere legato a sé il compagno.
Fattori socio-cultuali e false credenze
La prassi clinica, purtroppo, segnala, che l’evento gravidanza è spesso caratterizzato dalla diminuzione dei rapporti sessuali anche sulla base di aspetti di tipo familiare, culturale, religioso e sociale che impongono tabù e condanne all’attività sessuale. La coppia che si trova ad affrontare una gravidanza, man mano che trascorrono i mesi della gestazione può rilevare eventuali dinamiche disfunzionali, che riguardano condizionamenti o false credenze socio-culturali. Nel 1988 Cafaro, in un’indagine su educazione e comportamento sessuale nei giovani in Italia, evisdenzia quei luoghi più comuni, quei pregiudizi da dover sfatare proprio per evitare la eventuale “crisi” nella coppia. Le false credenze più rilevanti sembrano essere:
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le donne gravide perdono interesse al sesso;
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gli uomini non dimostrano interesse sessuale per le donne incinte;
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le donne gravide non riescono ad avere orgasmi;
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il rapporto sessuale praticato nei primi mesi di gravidanza può essere pericoloso, abortivo;
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fare l’amore durante la gravidanza indurrà il nascituro,una volta nato, ad avere un maggiore desiderio sessuale;
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un’attività sessuale troppo frequente lascerà un segno fisico sul bambino;
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lo sperma potrà arrivare fino al bambino che lo userà come nutrimento;
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i bambini nel ventre materno possono sentire ciò che avviene durante il rapporto sessuale;
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il peso dell’uomo e le sue spinte possono danneggiare il bambino.
Come può essere osservato, l’idea, l’immaginario fantasticato, di un cambiamento evolutivo come la gravidanza, induce una negazione nel vivere serenamente l’esperienza sessuale da un lato e la maternità dall’altro, sia nella donna che nell’uomo (Pasini, 2004; Moretti, Monti, 2003)
In una ricerca sulle puerpere post partum anche Battacchi e De Aloysio (1981) sottolineano la difficoltà delle donne a riconoscere un miglioramento della vita sessuale, pur individuando una netta differenza tra desiderio sessuale e soddisfacimento sessuale. Il primo sembra non diminuire così drasticamente come il secondo. Inoltre il soddisfacimento sessuale sembra subire progressivamente un declino di trimestre in trimestre.
Gli studi effettuati hanno evidenziato che, tranne che in casi particolari come minacce d’aborto o gestosi, non esistono controindicazioni all’attività sessuale e al coito, almeno fino alla trentunesima settimana. Secondo la ricerca scientifica, addirittura, lo stato di gravidanza crea una situazione psico-fisica favorevole ad un arricchimento dell’esperienza sessuale. I dati riportano che l’aumento degli ormoni in circolo, la presenza delle endorfine, l’abbassamento della soglia sensoriale, la maggiore irrorazione sanguigna dei genitali e l’aumento di volume e di reattività uterina innescando un particolare ciclo di risposta sessuale, costituiscono fattori assai rilevanti nel determinare la possibilità di godere profondamente del proprio corpo.
A questo proposito gli esperti affermano che il secondo trimestre di gravidanza offre le condizioni decisamente più favorevoli, rispetto al primo e al terzo, per la vita sessuale della coppia in attesa: la donna, infatti, incomincia a sentirsi meglio, la gravidanza è stata elaborata e il parto è ancora lontano; i disturbi somatici, come le nausee, si sono attenuati e l’umore è stabile.
In questo trimestre, pure gli uomini iniziano a vivere emozionalmente la condizione della partner e ad accettarla e non hanno molte preoccupazioni sulla gravidanza, sul parto e sulla salute del bambino e i partner possono veramente sentirsi molto vicini. Nel terzo trimestre, l’approssimarsi del parto implica, in entrambi i membri della coppia, una serie di preoccupazioni sulla fine della gravidanza e sulla salute del bambino; ciò implica che il desiderio sessuale e, di conseguenza, la frequenza dei rapporti, subiscono una notevole diminuzione.
È importante quindi sottolineare che, ove non sussistono controindicazioni mediche, la sessualità in gravidanza è possibile, basti considerare la possibilità di godere di una sana relazione concependo dei cambiamenti nelle attività erotiche. In questo senso, se è vero che da più parti è stata dimostrata una diminuzione della frequenza coitale, è pur vero che è stata rilevata una maggiore insorgenza di altre tipologie di comportamenti sessuali, tali da poter sostituire il coito; ad esempio i rapporti orali e la masturbazione.
Si può quindi dire che, generalmente, durante la gravidanza si assiste alla drastica riduzione della sessualità della coppia, come se la nuova condizione suscitasse in entrambi i partner disagio e imbarazzo a livello sia fisico che psicologico, e, benché molte coppie compensano questa mancanza intensificando lo scambio affettivo reciproco non vanno assolutamente eluse le possibilità di vivere parallelamente uno scambio sessuale sano.
All’interno di un atteggiamento intimo e affettuoso dell’uomo e della donna in gravidanza è necessaria un’identificazione del partner con la donna incinta e il desiderio di quest’ultima di condividere la gravidanza con il proprio compagno. Questo potrebbe favorire l’unione e allo stesso tempo una modalità nuova di esprimersi nella sfera sessuale
Note Bibliografiche:
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